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I
luoghi storici di Sinnai conservano un’importante presenza di edifici
di particolare pregio storico ed architettonico. Nel centro urbano la
tipologia strutturale ed architettonica e la caratterizzazione
urbanistica più antiche comprendono preziosi esempi riconducibili
all’economia agricola campidanese, spesso ancora nascosti da una
composizione urbana che fino ai primi decenni dell’ottocento non si
relazionava con l’esterno se non attraverso i paramenti murari
continui, elevati a filo strada, che avvolgevano l’intero isolato, per
trovare nelle ampie corti chiuse e negli stretti vicoli interni gli
spazi per le esigenze della vita e del lavoro familiare, in un sistema
di relazioni ridotto all’essenziale e con modeste motivazioni di
rappresentatività che si esprimevano solo nella cura dei portali. Di
notevole interesse è, ancora a Sìnnai ma anche nel borgo di San
Gregorio, la testimonianza nel tessuto urbano delle trasformazioni
economiche che si ebbero a partire dalla prima metà dell’ottocento. Pur
rimanendo invariata la struttura viaria dei quartieri, nel secolo
scorso, a Sìnnai, le nuove costruzioni si edificarono proiettandole sul
fronte strada, mantenendo, in genere, una stretta dipendenza funzionale
dalla vecchia struttura campidanese edificata oltre il cortile. A
differenza del passato le nuove classi mercantili e borghesi, che
andavano affermandosi anche localmente, esprimevano l’esigenza di
relazionare più efficacemente con l’esterno gli spazi della loro
attività: il disegno della facciata e l’organizzazione degli accessi
risultano, pertanto, finalizzati alla nuova funzionalità richiesta ma
anche a rappresentare l’affermazione sociale del ceto emergente. A
San Gregorio la borghesia cagliaritana stabilì uno dei più ambìti
luoghi di vacanza primaverile ed estiva, edificando pregevoli ville
integrate architettonicamente e funzionalmente
in splendidi parchi, orti e giardini che contendevano gli spazi
alla lecceta ed alla macchia. La perfetta conservazione del borgo
giustifica un accurato intervento di restauro da incentivare ed
organizzare sulla base di un rigoroso studio particolareggiato. Nella
pianificazione urbanistica generale ed in quella particolareggiata del
centro storico di Sìnnai, alla quale si è lavorato contestualmente per
concertare le scelte, si è provveduto ad individuare gli ambiti ed i
singoli edifici che meritano particolare attenzione per i valori
architettonici e storici che presentano. Un
cenno meritano alcune costruzioni che si distinguono per il loro
particolare pregio: per la tipologia campidanese si citano la “casa
Cocco” di via Amat, le case “Olla” di via Funtanalada e
“Casella” della via Mara, e ancora casa “Cocco” di via Santa
Vittoria; per la tipologia mista meritano una menzione casa “Bartoli”,
casa “Corvetto”, Casa “ Craig e Cocco - Corvetto”, casa “Saddi
– Dol” (ora delle famiglie Spiga – Pisano), casa “Ligas”, casa
“Serra”, casa “Manca” tutte nell’immediata vicinanza della
piazza Chiesa. Per
la tipologia della villa con parco, a Sìnnai, si citano la “villa
Marini” e le abitazioni “Pavani” di via Funtanaziu,
“Asuni-Cocco” di via Colletta e “Fadda” di via Ninasuni.
Il Patrimonio architettonico - gli edifici religiosi (Notizie
attinte dalla guida storico – artistica “SINNAI E LE SUE CHIESE”
del giornalista AUGUSTO ANEDDA e dall’Archivio della Parrocchia di
Santa Barbara) Il
patrimonio storico, architettonico ed artistico più importante lo si
ritrova però nelle costruzioni religiose. Le
più antiche chiese presenti nel territorio, i cui ruderi potrebbero
ancora essere restaurati, sono quelle di “Santa Barbara” di Solanas
e di “Santa Forada” in località non lontana da San Gregorio.
Entrambe di stile romanico, conservano i muri e l’abside
semicircolare. La chiesetta di Santa barbara mostra i resti di due corpi
laterali e di un campaniletto a vela; nelle sue immediate vicinanze si
ritrovano tracce di un insediamento che in epoca più recente sarebbe
stato utilizzato come convento. Tuttora
utilizzate per le funzioni religiose sono le chiesette di San Gregorio,
ricostruita nel 1818, e di San Basilio, nelle omonime frazioni. La
seconda fu probabilmente edificata come chiesa del villaggio medievale
di Villanova di San Basilio, rimasto spopolato tra il XIV ed il XV
secolo, ed ha subito interventi di ristrutturazione che però ne hanno
conservato l’impianto originario. Non
si conservano tracce leggibili di altre chiesette, pur storicamente
note, un tempo esistenti a Sìnnai o nel suo territorio. Tra
queste si ricordano: la
chiesa di San Saturno (Santu Sadurru), la prima Parrocchiale di Sìnnai,
edificata attorno al 1100, fu sostituita successivamente dalla chiesa di
Santa Vittoria; la
chiesa di San Marco, probabilmente antica parrocchiale di Segossini,
trasformata in un oratorio dopo la sua demolizione e la ricostruzione
nel 1858 per far posto al municipio; la
chiesetta di “Santa Itroxa” nell’omonima località montana ai
piedi del Monte Serpeddì; le
chiesette di San Bartolomeo (Santu Barzolu), sostituita di recente con
una nuova costruzione; di San Giorgio; di San Basilio Minore e la
cappella di Tasonis, tutte nei salti a monte del paese;
l’antica
parrocchiale di San Pietro di Solanas, i cui resti sono stati rinvenuti
in località “Su Planu” ed hanno restituito un blocco di calcare con
l’iscrizione + SANCTI SATURNINI; la
chiesa di San Giuseppe Patriarca, annessa ad un piccolo convento sui
monti dei Sette Fratelli, in cui a metà dell’ottocento si stabilirono
i monaci trappisti cui fu affidato il compito di assistere i pastori ed
i contadini del posto per migliorare le produzioni della terra; dell’ampio
Oratorio della Santissima Trinità, in un’area contigua alla
Parrocchiale di Santa Barbara confinante con l’antico camposanto, sede
dal 1668 fino a non molti decenni fa della Confraternita della Trinità,
resta solo una lapide con iscrizione ed una stanzetta affacciata alla
Piazza Chiesa inglobata nelle costruzioni che in tempi diversi ne hanno
occupato il sedime originale. Tuttora
officiate, quotidianamente o nella ricorrenza della festività del
Santo, sono le chiese e le cappelle di: Sant’Elena,
nella campagna verso Maracalagonis, su un’area che presenta tracce di
insediamenti precristriani. La chiesa risultava distrutta già nel 1790
e fu ricostruita nel 1926; Santissimi
Cosma e Damiano, nella periferia del paese, già in rovina nel 1730,
quando le statue dei santi furono trasferite in una nicchia della chiesa
di Santa Barbara, fu ricostruita nel 1948; Santa
Vittoria. Nominata per la prima volta in un documento del 1141 (Cartulaire
de l’Abbadye de Saint Victor de Marseille), la chiesa viene
successivamente citata nel 1218 in una Bolla di Onorio III e nel 1338
nell’inventario dei beni di San Saturnino in Cagliari. E’ stata la
parrocchiale di Sìnnai dopo la chiesa di San Saturno, prima
dell’edificazione della chiesa di Santa Barbara e dell’unificazione
di Sìnnai con il Villaggio di Segossini, verso il XIV secolo. Lo stile
originario romanico a tre navate fu stravolto dalla ricostruzione nella
seconda metà del secolo scorso, in seguito alla distruzione causata da
un fulmine; San
Giuseppe di Solanas, edificata nel 1930, sostituì l’antica chiesa di
San Pietro e fu a sua volta sostituita, poco più di un decennio fa,
dalla nuova parrocchiale. L’antica
chiesa – cappella di Sant’Isidoro, costruita a metà del 1700
nell’immediata periferia di Sìnnai, risulta inglobata nella nuova
chiesa parrocchiale edificata nel 1978. La
maggior parte del patrimonio storico ed artistico religioso si conserva
nella chiesa madre di Santa Barbara. La chiesa sorge su uno dei colli più
elevati della cittadina, in una zona che in origine risultava
equidistante dai due villaggi di Sìnnai e di Segossini dalla cui unione
nacque il nuovo centro. La
storia plurisecolare è accompagnata da notizie non sempre accertate; la
chiesa fu Parrocchia di Sìnnai fin dal XIV secolo ma la prima notizia
storica risale solo al 1586 (o al 1596), con la citazione negli atti di
visita dell’Arcivescovo di Cagliari Alonso Lasso Cedeno. Il
primo impianto gotico – aragonese comprendeva la navata centrale e tre
cappelle sul lato destro ed una sul lato sinistro. L’ampliamento
avvenne durante il 1600 con la costruzione del transetto e dell’abside
e l’innalzamento, nel 1641, della cupola; nello stesso momento fu,
probabilmente, sostituita la volta in legno con l’attuale a sesto
acuto supportata da cinque archi in stile lombardo. Le cappelle sul lato
sinistro furono edificate nel secolo XVIII. La chiesa si completava con
un campanile a torre. A
lato, verso sud, si estendeva il cimitero utilizzato fino alla fine
dell’ottocento. Dentro la chiesa trovavano sepoltura le personalità
locali e, al centro della navata, verso l’ingresso, nella cripta,
riaperta alcuni decenni fa, era ricavato l’ossario. (L’altra vasta
area per le sepolture si ritrova attorno alla precedente parrocchiale di
Santa Vittoria). Il
campanile, che esisteva già nel 1586, si dovette ricostruire nel 1796
(parroco Michele Antonio Mattana). L’opera crollò nuovamente dopo
soltanto 67 anni: una notte del 1862 tutta la parte superiore, dalla
cupola alle campane, rovinava senza causare vittime. Nel
1870, su progetto dell’ingegnere Giuseppe Cappai, con i proventi
derivanti dalla vendita degli argenti della chiesa e dal contributo dei
parrocchiani, grazie all’interessamento dell’imprenditore francese
residente a Sìnnai Benvenuto Dol, si ricostruiva ed inaugurava il nuovo
campanile, l’attuale. Le prime due campane di cui fu munita la torre campanaria portano la data del 1601 e del 1607. Le due successive, entrambe del 1730, furono rifuse nel 1955.
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